M : Morte
Il capello ha uno stretto legame con la morte. Esso testimonia, tagliato & conservato, l’identità della persona di là della sua scomparsa. Da vedere l’articolo sulle opere fatte con i capelli.
Durante le cerimonie di lutto, capelli & barba vengono spesso tagliati in segno di disperazione, di penitenza o d’umiltà. Fin dall’antichità & a ogni latitudine, questi riti hanno accompagnato le cerimonie funebri.
In Egitto la pena veniva espressa coprendosi i capelli di fango, e con il taglio della barba da parte degli uomini.
Achille sacrifica la sua capigliatura & la getta tra le fiamme che consumano il corpo del suo amico Patroclo. Anche Alessandro lo farà alla morte di Efestione & ordinerà il taglio delle criniere di tutti i suoi cavalli.
A Delo gli abitanti si rasavano la testa & il lutto finiva solamente nel momento della ricrescita completa dei capelli. Le vedove greche gettavano le loro ciocche sulle pire funebri dei loro sposi. Queste pratiche continuarono a Roma, mentre gli abitanti del regno di Funan, nella Cambogia, facevano lo stesso nel V secolo.
La rasatura del cranio accompagna il lutto anche ai giorni nostri in molte parti del mondo. Presso i Lobi del Ghana & del Burkina Faso l’intera famiglia del defunto si rasa in segno di lamento & al fine di far fuggire gli spiriti negativi della morte. Nelle isole Trobriand la vedova si rasava & tesseva i suoi capelli con quelli del marito per farne una gorgiera& una collana assai sofisticate, che doveva portare per un certo tempo.
Certi popoli invece conservano i capelli del defunto, intrecciandoli con i propri o portandoli come un amuleto, come i Papua della Nuova Guinea.
Le cuffie isicolo Zulu erano create solo da donne sposate che usavano i loro stessi capelli, che mescolavano con fibre di lana o di cotone & fissavano su di un telaio in vimini. L’insieme era lubrificato di grasso e d’un pigmento minerale rosso e doveva essere portato durante tutta la durata del matrimonio. Alla morte dello sposo, la donna non portava più la cuffia. Il punto nero al centro contraddistingueva la condizione sociale della sposa e la sua vicinanza o meno al capo del villaggio. Più il punto era grande più la sposa aveva uno status importante.
Il popoloMosso, nel Tibet, mostra il lutto non lavandosi i capelli per 49 giorni & in Calabria, come in Albania, le vedove esprimono il dolore con dei nastri neri aggiunti alle pettinature. Nelle Isole Mauritius, quando una madre perde un figlio, gli taglia i capelli & ne fa una treccia che porta come collana con tanti nodi quante notti ha passato a piangerlo.
Nei riti funerari dell’Islam si raccomandare di lavare tre volte i capelli del defunto, poi di pettinarli & per le donne di acconciarli in tre trecce ripiegate all’indietro.
In Giappone il cimitero-tempio Okuno-in, nel complesso monastico di Koya-san, conserva le ceneri di moltissimi buddisti poiché essi sperano di rinascere alla vita nel momento del ritorno del Buddha Miroku tra i vivi. Coloro che non hanno potuto seppellirvi le ceneri, hanno messo al loro posto una ciocca di capelli.