Overblog
Suivre ce blog Administration + Créer mon blog
15 mai 2013 3 15 /05 /mai /2013 10:13

V : Vendita



La povertà è sempre stata una delle cause della vendita dei capelli da parte di una donna. Nei MiserabiliFantine, la madre di Cosette, vende i capelli & i denti per nutrire la figlia. Nel 2009 molte spagnole, vittime della crisi economica, hanno venduto per 150 € i loro capelli. Alcuni siti propongono in internet dei prezzi che vanno fino a 1000 $ per una lunghezza di 75 cm.

La vendita dei capelli è in piena espansione. La mondializzazione ha sviluppato un mercato che esisteva da lungo tempo. La crescente richiesta di extension, da parte delle donne occidentali e african,e deve essere soddisfatta con la vendita massiccia di capelli da parte delle donne indiane e cinesi. La Cina si è impadronita di quest’ambito mercato, facendo di Xuchang la capitale mondiale del capello

 

Zheng Youkan, Direttore Generale di Rebecca Hair Product, leader mondiale della parrucca & delle extension, è nato in una famiglia che lavora nel settore dei capelli da generazioni.

Da bambino percorreva i villaggi dell’Henan in bicicletta per comprare le capigliature nerissime delle donne. La raccolta di capelli si effettua da secoli in questa regione. La reputazione dei capelli delle cinesi era celebre già nel XVIII secolo & i mercanti europei erano soliti fornirsi qui per i fabbricanti di parrucche. I clienti, allora, erano i nobili, i giudici & gli avvocati.


Zheng ha creato la sua prima fabbrica nel 1999, cui ha assegnato il nome dell’eroina di Daphné du Maurier & che controlla oggi tutta la filiera. La società, di recente entrata in borsa, compera 200 tonnellate di capelli l’anno. Per quanto il mercato delle parrucche, in particolare ad uso terapeutico, continui, è grazie a quello più recente delle extension, rese popolari dalle star di Hollywood, che la ditta prospera.

La Cina ha soppiantato l’India, sua rivale & concorrente. Pur disponendo della stessa carta vincente: un’enorme popolazione dotata di una riserva immensa di materia prima & di un vantaggio: quello della raccolta semplificata, l’India non ha seguito lo sviluppo industriale cinese, infatti, STCD, la più grande impresa indiana del settore, resta artigianale.


Il temple hair, il capello offerto dai pellegrini agli dei, in particolare nel tempio di Tirupani,² più vicino al capello europeo in quanto meno rigido & più fino, è venduto all’asta dai preti. Soprannominato happy hair, poiché donato in serenità, è molto popolare nelle società che fabbricano le extension.

Il capello europeo, altra fonte di approvvigionamento, vale oro. La biondezza originale dei capelli delle ucraine o delle russe è molto bramata. Ma attenzione, la sua raccolta talvolta è molto meno serena di quella delle indiane. Certe società russe rasano le prigioniere per vendere i loro capelli, un raccoglitore è stato abbattuto negli Urali nel 2006 & alcune donne vengono aggredite & vengono loro tagliate le preziose trecce bionde.

David Elman, il titolare di Raw Virgin Hair, società d’importazione specializzata nei capelli biondi, lo conferma: si tratta di capelli intatti, non trattati, non decolorati, non tinti, oro allo stato puro. Però non ne raccoglie più di 1,5 tonnellate l’anno.


Tuttavia, la domanda è più rilevante dell’offerta. Anche le africane impazziscono per le extension; che sia nel quartiere di Château Rouge a Parigi, o nelle città del continente, queste donne fissano un grosso budget per il parrucchiere.

E’ necessario quindi che siano intrecciati milioni di extension nei villaggi cinesi dell’Henan per conto di Rebecca. Ed è quello che fanno durante tutto l’anno le abitanti mentre i loro mariti lavorano in cantieri dall’altra parte del paese & rientrano solo una volta all’anno per la festa della primavera, e come fanno anche altre ‘lavoratrici’ secondo un rapporto sul lavoro forzato in Cina, di cui segue una testimonianza presentata alla Commissione del Congresso e dell’Esecutivo sulla Cina, il 22 giugno 2005.


Il campo di lavoro N.3 della Provincia d’Henan e il campo di lavoro femminile di Shibalihe della Città di Zhengzhou

La concorrenza nell’industria dei prodotti per capelli è molto intensa, in quanto quest’industria è molto specializzata, con delle barriere minime in termini di capitale, di tecnologia, e di marketing. Inoltre, poiché il prezzo della materia prima non trattata e del lavoro dei capelli umani costituisce una percentuale significativa del costo totale del prodotto, le compagnie si battono per le materie prime non trattate e per la mano d’opera a prezzo ridotto. Di conseguenza, le detenute dei campi, delle prigioni e dei centri di lavoro del vicinato, sono diventate schiave per la fabbricazione dei prodotti per capelli a buon mercato. L’analisi della situazione rivela che questa è una delle maggiori ragioni per cui i campi di lavoro sono diventati i siti della produzione per i prodotti capillari d’Henan Rebecca e di altre manifatture di prodotti capillari d’Henan.

Per fabbricare i prodotti capillari della provincia d’Henan, più di 800 detenute (comprese delle praticanti di Falun Gong detenute illegalmente) nel campo di lavoro numero 3 della provincia d’Henan e nel campo di lavoro femminiledi Shibalihe nella città di Zhengzhou sono state costrette a lavorare, giorno e notte, dalle guardie che le minacciano di torture, punizioni e di umiliazioni. Esse lavorano ore supplementari per portare il reddito delle valute straniere e un maggior profitto per i campi di lavoro e per Henan Rebecca Hair Products Inc. Al fine di aumentare il profitto, il campo di lavoro numero 3 della provincia d’Henan ‘compera’, perfino, come schiave le praticanti di Falun Gong in altri luoghi per 800 Yuan (USS100) l’una. Quando il campo di lavoro fu a corto di fondi e fu sul punto di chiudere, numerose praticanti di Falun Gong furono rapite ed incarcerate nel campo, dove furono costrette a fabbricare i prodotti per capelli, riassestando così gli affari del campo di lavoro.

Secondo un testimone, ‘il campo di lavoro numero 3 della provincia d’Henan ha ricevuto il premio dell’ ‘Unità nazionale civile del lavoro’ citazione del Comitato di diritto e delle politiche centrale dell’‘Ufficio 610’ e dell’ufficio del campo di lavoro per perseguitare il Falun Gong. Quando fu consegnato il premio, tre detenute sono svenute per la spossatezza.Qu Shuangcai, direttore del campo di lavoro numero 3, perseguitava con brutalità le praticanti del Falun Gong e era ricompensato dai suoi superiori. Nel mese di maggio 2003 è stato trasferito nel campo di lavoro femminile di Shibalihe nella città di Zhengzhou e promosso direttore di quel campo di lavoro. Egli ha subito firmato un contratto con i prodotti per capelli Henan Rebecca, Inc. ed ha anche promosso l’utilizzo delle camice di forza per torturare le praticanti. Qualche mese dopo il suo arrivo tre praticanti di Falun Gong sono state torturate a morte.’

Grazie all’aiuto dei lavori forzati dei campi di lavoro di Henan, durante i primi 10 mesi dell’anno 2002, l’esportazione dei prodotti capillari della provincia di Henan ha raggiunto 138.86 milioni di dollari americani, cosa che ne fa una grande industria con più di 1 milione di Yuan (125 milioni di dollari) di reddito, e Henan è diventato il più grande fabbricante di prodotti capillari del mondo.

L’industria dei prodotti capillari ha avuto un tasso di crescita annuale consecutivo di quasi il 30% e i prodotti capillari di Henan hanno una parte di mercato di un quarto del totale mondiale. Henan Rebecca Hair Products Inc., possedendo cinque campi di lavoro/fabbriche di prodotti capillari, è il principale produttore mondiale di parrucche di capelli umani.

Secondo alcune fonti, gli Stati Uniti rappresentano il più grande mercato di distribuzione e di consumazione di prodotti capillari nel mondo. Rebecca ha una fetta importante del mercato degli Stati Uniti. Le statistiche mostrano che gli Stati Uniti hanno un fabbisogno di 15 milioni di parrucche di capelli umani, di cui 10 milioni provengono da Xuchang, Henan.’³

Tagliare i capelli delle donne in Asia, che li portavano lunghi per tradizione, per allungare & aumentare il volume delle capigliature femminili in Africa, in Europa e in America, è un commercio che continuerà, nonostante gli abusi che comporta.


Da una donna all’altra, da un continente all’altro, i capelli circolano dalle mani di quelle che li trattano & li intrecciano alle mani di quelle che li acconciano, materia prima per le une, simbolo di bellezza per le altre.

¹ : secondo Doan Bui nell’articolo del Nouvel Observateur del 20-26 gennaio 2011.

² : da vedere l’articolo Dono del Dizionario amoroso del capello.

³ : fonte : clearharmony  http://www.cecc.gov/pages/round-tables/062305/Xu.php?PHPSESSID=8a85fef2332442cf35285a6fca0a72e7 

Partager cet article
Repost0
14 mai 2013 2 14 /05 /mai /2013 20:09

V : Velo

Femmes au Rajastan    Goya Dona Isabel

    

Il velo & i capelli sono legati intimamente. Ovunque, e in ogni tempo, i capelli sono stati un elemento essenziale della bellezza femminile. Sia Eva sia Venere sono rappresentate con una capigliatura lunga e opulenta, la cui funzione è primordiale nel gioco della seduzione. E’ perché avevano paura di soccombere a questo fascino, abbandonando una parte del loro potere e della loro dominazione, che gli uomini hanno reagito?

O era necessario schermare la potenza generativa che irradia dai capelli?

Il velo trova la sua origine nelle tradizioni, nei costumi & nelle abitudini di decenza ancestrali, piuttosto che in prescrizioni teologiche dirette, anche se poi le religioni monoteiste se ne riappropriarono.

Già 3000 anni fa, il re assiro Tiglath-Thalassa I ordina alle donne libere di coprire i capelli quando lasciano la loro dimora. Anche le giovani promesse spose devono velarsi per segnalare di non essere disponibili.

Quindi il velo è originariamente un segno di rispettabilità e non un simbolo religioso. Nell’Arabia preislamica le donne dovevano portare un velo, in relazione con la clausura.

Il velo classifica & diversifica le donne: prostitute & schiave non possono portarlo e devono uscire con la testa scoperta e i capelli slegati. Questa distinzione continua fino alla seconda parte del secolo scorso. Uscire a capo scoperto, senza foulard o cappello, era mal visto & collegato ad uno stile di vita non rispettabile.

Destinato a distinguere le donne onorevoli, il velo poi entra a far parte del costume delle greche & delle romane, che portano il peploo l’himationche sono due tipi di scialli. Velarsi era una garanzia di onorabilità ed aveva anche un senso spirituale & simbolico. Al momento della cerimonia nunziale la fidanzata, come alcune sacerdotesse durante i riti iniziatici, era avvolta in un velo. Questo aveva un valore simbolico di separazione, che sarà ripreso dal Latini & dagli Ebrei.

Nella Roma antica ritorna la distinzione tra velo femminile tradizionale e velo religioso. E’ un oggetto essenziale dei riti di sacrificio per esprimere la propria umiltà & la propria anima nascosta nel corpo. Il velo è associato al matrimonio: il verbo nuberesignifica ‘velare’. ‘Sposarsi’ vuol dire ‘prendere il velo’. In latino nuptaletteralmente ‘velata’ significa ‘sposa’, & nuptiae, ‘matrimonio’ da’ il francese nocese può essere compreso come l’atto del ‘velarsi’ della sposa.

Simbolo femminile per eccellenza, il velo si diffonde nei paesi del giudaismo, del cristianesimo & dell’islam. Velumderiva da vestische significa ‘vestire’, designa un’acconciatura femminile ma anche la tenda del tempio, avvicinandosi a Hijab che in arabo significa ciò che separa due cose. Il velo separa la vita privata da quella pubblica, il sacro dal profano. E’ ciò che nasconde quando lo si indossa & ciò che svela quando lo si toglie. Coprendo i capelli, le donne dell’antichità rivelavano la loro condizione di donne ‘libere’. Appena affrancate, le schiave si affrettavano ad usare il velo, segnalando in questa maniera la loro nuova condizione. Le donne ebree, una volta sposate si dovevano velare, per rispetto al marito, allo scopo di non suscitare desiderio in altri uomini. Lo stesso accadeva per la donna cristiana. La prescrizione religiosa dettata da San Paolo & ripresa da Tertulliano fa dell’abitudine del velo, un obbligo. La donna mostra la sua sottomissione allo sposo & a Dio.

Di là da queste funzioni sociali & religiose, il velo ha una funzione protettiva contro il sole, il vento o la polvere. Quando vela il viso, il pallore della pelle, che esso permette di conservare, diventa anch’esso un segno di distinzione tra le donne.

Il velo scandisce il tempo individuale, contraddistinguendo l’uscit dall’infanzia, e anche il tempo sociale, seguendo i cambiamenti della moda, & riferendosi alla memoria collettiva del gruppo.

Nel passato, ogni gruppo di donne confezionava il velo per i propri capelli secondo il rango. Lo testimonia la varietà dei modelli tradizionali. Oggi, le donne che lo indossano, offrono ancora allo sguardo una ricca tavolozza di colori, di materiali & di forme. Dal Maghreb al Masrah, dall’India alla Mongolia, dall’Uzbekistan alla Turchia, i foulard & i veli si declinano nella diversità.

 

Partager cet article
Repost0
13 mai 2013 1 13 /05 /mai /2013 19:56

T : Trikho



Trikho deriva dal greco thrix, pelo. Questa radice ellenica, poco usata, ha dato qualche parola colta in francese come tricogramma, che è l’esame medico dei capelli.


La tricomania è il tic di passarsi le mani nei capelli o nella barba, mentre la tricoclastia consiste nel rompere i capelli schiacciandoli tra le unghie. La tricotillomania è l’agitazione compulsiva che porta a tirare le ciocche, attorcigliandole fino a strapparle.

La tricofilia è una parafilia che indica un individuo sessualmente attratto dai capelli, un feticismo dei capelli.



Questa etimologia è stata fonte di un vocabolario specifico per la mia pratica artistica.

 

 

Entre-temps III

 
La prima parola che ho creato è trikhotage, che rappresenta le catenine di capelli realizzate all’uncinetto. L’omofonia con il francese tricotage (lavorare a maglia) mi seduceva.

 

Poi è arrivata trikhothèque. Ossia l’insieme della collezione di capelli che possiedo. Da vedere l’articolo che ne traccia la storia.

 

mèches d'ados


Poi le trikhografie che sono i segni composti di piccoli pezzi di capelli; che formano quello che assomiglia ad una scrittura ma che rimane incomprensibile.


Le livre des trikhographies Détail 5 pages rouges


Le performances trikhografiche si svolgono ogni anno dal 20.01.2001 alle 20:01, da vedere le immagini & i video nella categoria Performances.





Partager cet article
Repost0
12 mai 2013 7 12 /05 /mai /2013 11:46

T : Tre

                           Trikhographies: pièce 3 de la série rouge


Le parole, Tre & capelli appaiono nel titolo di molti racconti e di molte storie:

I tre capelli d’oro del diavolo’, fiaba dei fratelli Grimm¹

I tre capelli d’oro di Buddha’, versione cinese della fiaba²

I tre capelli bianchi’, fumetto di Yann & Hausman
 

Nei primi due, la conquista dei tre capelli rappresenta una prova inflitta al giovane eroe per permettergli di sposare la figlia del re, nella fiaba dei Grimm, e quella di una famiglia ricca, nella fiaba cinese. Nel fumetto l’eroina, una giovane ragazza dai capelli rossi, svela il mistero della sua identità scoprendo di possedere i tre capelli, che le permetteranno di sposarsi con il figlio illegittimo della regina, che poi si rivelerà essere suo fratello.

 

Il numero tre ricorre in questi racconti.

L’eroe deve risolvere tre enigmi, egli impiega tre anni per portare a termine il suo compito, deve ripetere tre volte alcuni nomi. Come sempre lui/lei deve affrontare degli avversari & si fa aiutare da delle protettrici.

Le fiabe svolgono una funzione iniziatica per i giovani cui sono raccontate o lette, da leggere, a questo proposito, l’interessante analisi strutturale & psicanalitica dei ‘Tre capelli d’oro del diavolo’ realizzata da Patrice Deramaix³. Altre fiabe molto conosciute come ‘I tre porcellini’ o ‘Riccioli d’oro & i tre orsi’ hanno la stessa funzione.

 

Tre è un numero fondamentale, che esprime un ordine intellettuale & spirituale. Sintetizza la trinità dell’essere vivente. I cinesi lo considerano come un numero perfetto (tch'eng), in quanto espressione della totalità, del compimento. Nel Tao te king si legge ‘Il Tao genera l’Uno. L’Uno genera il Due. Il Due genera il Tre, il Tre genera I diecimila esseri.

Il Buddismo lo chiama Triplice Gioiello, il Cattolicesimo Trinità. Secondo la Kabala ‘Tutto procede necessariamente secondo un ritmo di tre, assolutamente indisgiungibile. In ogni atto si trovano il soggetto dell’azione, l’azione di questo soggetto, l’oggetto di questa azione.’ Questa trinità la ritroviamo in ogni cosa; la creazione implica un creatore, l’atto di creare, la creatura. Per quanto riguarda l’arte abbiamo un autore, un fare, un’opera.

 

Tre è il mio numero feticcio. Ho strutturato la mia pratica artistica proprio partendo da esso. Ho iniziato col pormi come regola quella di utilizzare solamente il tre e i suoi multipli per il numero dei capelli, per decidere il formato dei sostegni o le dimensioni dell’opera stessa. Poi questo è valso anche per le serie e per le performance. Il Tre è parte integrante del mio processo di creazione.

Rispetto così le tre fasi dell’esistenza del capello: anagen o crescita che dura circa 3 anni, catagen o regressione che dura circa 3 settimane e telogen o caduta che dura circa 3 mesi.

  

¹ http://www.fabelia.com

² Dana & Milena Stovickova Légendes et contes de tous les pays, Gründ 1969

³ http://membres.multimadia.fr/patderam/grimm0.htm



Partager cet article
Repost0
11 mai 2013 6 11 /05 /mai /2013 00:00

O : Strumenti 


                                               outils-001


Gli oggetti di cui mi servo per realizzare le mie opere sono pochi & poco ricercati. La spazzola, l’uncinetto, l’ago, la pinza sono degli strumenti semplici & ordinari.

Si accomunano tuttavia con strumenti come il pennello o la matita che il pittore o il disegnatore usano per creare. Sono più vicini alla sfera intima & privata che allo spazio dell’atelier. Li ho sempre avuti a portata di mano, fanno parte del mio ambiente naturale fin dall’infanzia. Quando ho iniziato a creare le mie opere di capelli non ho dovuto che afferrarli per compiere questo o quel compito. Erano lì. Pronti all’uso. Il capello, che mi si era imposto come materiale, era il prescrittore del loro utilizzo. Per ottenere quello che desideravo fare con lui, mi servivano degli attrezzi. Non ho esitato, il loro uso mi era familiare, conoscevo la loro possibilità di diventare un prolungamento della mia mano¹,a farmi ottenere quello che desideravo.

In questa sede parlo di sfasamento: quello che innesca un cambiamento del punto di vista, quello che fa sì che il gesto creativo apra una breccia, crei una rottura, provochi uno scarto. Esso si compie nell’utilizzo che faccio dei miei strumenti. La spazzola mi serve per districare i capelli, ma anche per raccogliere quelli che cadono. Per riprendere la distinzione fatta in precedenza, essa è un oggetto per lo sbrogliamento & diventa uno strumento per la raccolta. Tutto è nell’intenzione che conferisco alla mia azione. Il ‘Tesoro della lingua francese’ afferma che attrezzo & strumento implicano l’idea di un uso manuale. Al fine di differenziarli si precisa che il grado di complessità dell’uso ha importanza. L’attrezzo serve ad eseguire dei lavori semplici, lo strumento suppone delle qualità di precisione, che gli conferiscono un carattere di nobiltà & d’intellettualità quando è utilizzato nelle arti & nelle scienze.

Preferisco quindi il termine attrezzo per la sua semplicità d’uso, associandogli uno scopo più complesso. L’uncinetto mi serve per confezionare delle catenine di capelli, ma anche per organizzarle in una presentazione più elaborata.

In questa maniera posso usare tutta una gamma di disposizioni diverse a partire da un elemento di base come la catenina.

Di recente ho visitato la grotta e il museo di Altamira & sono stata colpita dalla prossimità che ho avvertito con le donne del paleolitico che usavano degli aghi per cucire i loro vestiti. Abbiamo in comune gli stessi gesti, la stessa attenzione per il lavoro, la soddisfazione dell’opera condotta a termine. L’emozione, provata alla vista delle pitture rupestri, mi rende certa del fatto che alcune di esse appartenessero alla mia stessa sorellanza artistica. Una società, capace di lasciarci simili testimonianze, contava per forza tra i suoi membri persone sensibili a ciò che noi oggi chiamiamo arte. Non servono strumenti di alta tecnologia per far apparire opere di grande qualità. Il fatto che esse ci tocchino ancora parecchie migliaia di anni dopo essere state realizzate ne è la prova.

 

¹: come lo definsce  Michel Serres in "Hominescence", dove considera che lo strumento che prolunga la mano dell’uomo, animale despecializzato, lo specializza in maniera particolare.

 

Partager cet article
Repost0
10 mai 2013 5 10 /05 /mai /2013 19:35

S : Serendipità

"L’arte di trovare quello che non si cerca, cercando quello che non si trova"¹, la serendipità ha reso possibili molte scoperte inaspettate. Fare dell’insuccesso una vittoria nel gioco della creazione, servirsi della lacuna per inventare, cogliere il momento in cui l’imprevisto diventa fecondo, isolare il dettaglio che permette di uscire dalla routine, ecco cos’è la serendipità. Due esempi celebri hanno dimostrato che l’errore e la caduta possono provocare ben altro che quello che avrebbero dovuto.

Se Stéphanie Tatin avesse buttato le mele che aveva appena bruciato, anziché rimetterle nel forno con della pasta sopra, noi non ci leccheremo i baffi con quel dessert.

Se Newton avesse continuato a guardar cadere le mele, come tutti prima di lui, senza chiedersi perché anche la luna non cadesse, non avrebbe scoperto la legge della gravità.

Noi dobbiamo ai ‘casi fortuiti’ della serendipità molte invenzioni: dal roquefort alla penicillina, passando dal laser, dal Teflon, dalla pittura astratta² o dal dripping³.

La serendipità è una scoperta fatta per caso da una mentalità particolare, pronta. E’ una miscela di "saggezza & fortuna".

Lo scrittore inglese Horace Walpole ha inventato questo termine nel XVIII secolo, ispirandosi alle avventure dei tre ‘principi della serendipità’ che nel corso dei loro viaggi scoprirono, grazie al caso & alla perspicacia, cose che non cercavano.

Questa lacuna è presente in ogni oggetto, è grazie a essa che si apre il futuro dell’oggetto stesso. Noi non sappiamo che essa esiste, non abbiamo idea della sua presenza, e poi un giorno d’invenzione, essa permette di chiarire quello che scopriamo.

Andando alla deriva seguendo una corrente di pensieri sparpagliati a caso, non cercando nulla di particolare o trovando X mentre si cerca Y, si fa prova di "sagacità casuale".

Quel granello di sabbia che inceppa il meccanismo, quel capello che finisce nella minestra, renderanno possibili delle cose inimmaginabili l’attimo prima.

Se un giorno ho smesso di buttare via tutti i capelli che perdevo, se li ho messi in una scatola per conservarli, se un anno dopo ne ho tirati fuori alcuni per fare la mia prima opera coi capelli, lo devo alla serendipità. Ogni giorno io mi pettinavo, ma un giorno i miei capelli sono diventati mezzo, la rivelazione del loro potenziale artistico è avvenuta.


¹ questa definizione è di Philippe Quéau e potete vederne una più stupefacente nel film "Paris when it sizzles", data da Audrey Hepburn & William Holden: http://nodesign.net/blog/serendipite-serendipity-et-audrey-hepburn

² Kandisky

³ Pollock



Partager cet article
Repost0
9 mai 2013 4 09 /05 /mai /2013 11:31

 

R : Ricamo

 

Fil de soi détail              Broderie I

 

Il ricamo con i capelli esiste da moltissimo tempo. Ha avuto il suo momento di gloria nel XIX secolo in Occidente, al tempo della grande moda delle opere fatte con i capelli. Tuttavia erapraticato anche in Cina molto tempo prima; vi apparve più di mille anni fa sotto la dinastia dei Tang. Il fatto che le cinesi portassero i capelli molto lunghi ha permesso di procurarsi con facilità questo ‘filo’, uniformemente fino, resistente alla corrosione e dal colore che non cambia.



Questa pratica continua anche ai giorni nostri con la realizzazione di ritratti & di paesaggi di capelli. L’istituto di ricamo d’arte con i capelli di Zhejiang Wenzhou crea artisti come Meng Yonggou, che realizza opere con capelli di diversi colori. Il suo direttore, il professor Wei Jingxian, vi ha sviluppato da più di vent’anni l’unico dipartimento di belle arti cinese specializzato nel ricamo con capelli. Lui stesso ha ricamato i ritratti di tutti i presidenti degli Stati Uniti e quelli di molti altri capi di stato.



Per altro, numerosi artisti di varie nazionalità praticano il ricamo con i capelli: Jennifer Shingelo, Pearl Heneghan, Kate kretz, Mélanie Bilenker, Liyen Chong, Brenna K Murphy (da vedere il suo video su http://www.video.google.com

Il sito  http://www.hairworksociety.org dà un’idea della diversità della creazione con questa materia.

 

Alcune delle mie opere sono dei ricami: frasi scritte da alcuni "guardatori" durante una mostra, ricamate a punto erba su seta & le serie delle ‘Facce/Aspetti’ & ‘Evocazioni’, ricamate a punto imbastitura su tarlatana.

Partager cet article
Repost0
8 mai 2013 3 08 /05 /mai /2013 10:50

 

Q : Qualità



Le qualità del capello sono molte.


La plasticità è una delle più notevoli & delle più facilmente osservabili. I capelli conservano per un certo periodo i mutamenti che sono loro imposti. Ondulazione o rigidità si possono ottenere in vari modi, in maniera temporanea o duratura.

L’acqua e il calore, associati all’utilizzo di accessori come le papillote, i ferri, i bigodini o le spazzole, possono dare una forma più o meno ondulata o liscia ai capelli. Questi cambiamenti si avvalgono dei legami di idrogeno, salini & idrofobi, che sono i meno forti del capello & il ritorno alla forma naturale è rapido.

Per la deformazione più duratura si deve agire sui legami interni o disolfurici, che sono i più resistenti. La permanente, inventata dal parrucchiere Nessler, agisce sul ponte disolfurico e di cheratina, durante la fase di riduzione creata dal prodotto arricciante. Per ottenere la stiratura i capelli vengono lisciati e mantenuti grazie alla struttura spessa del prodotto riduttore.

Grazie ai prodotti capillari le forme, ma anche il colore dei capelli, possono essere modificate. Le caratteristiche etniche non sono più perenni. Ciascuno può uscire dagli schemi tradizionali & scegliersi una ‘testa’ a suo gusto.


L’elasticità è un'altra qualità del capello, che può allungarsi grazie ad uno stiramento naturale, se è umido, o in maniera meccanica. Sottometterlo a questa prova, in maniera lenta & regolare in laboratorio, ha permesso di costatare un allungamento dal 20 al 45 % secondo il suo diametro & la sua geometria, prima del suo cedimento. Un capello negroide si allunga del 30-35%, un capello mongoloide del 55-60%.


L’idrofilia & l’igrometria intervengono nelle modifiche del capello, che è permeabile al vapore dell’acqua. Un capello in buono stato può assorbire l’equivalente del 30% del suo stesso peso in seguito all’infiltrazione delle molecole d’acqua nelle catene peptidiche, questo influisce molto sul suo diametro e lo porta ad allungarsi. Il capello registra in maniera talmente precisa i cambiamenti di umidità & di temperatura da essere utilizzato negli igrometri dei musei. Un capello è teso, come un filamentodi una lampadina, nell’apparecchio per verificare le condizioni in cui le opere sono conservate.


L’elettrizzazione è anch’essa una proprietà del capello. Sfregato o riscaldato, soprattutto con tempo secco, esso libera delle scariche di elettricità statica, e può sollevarsi o persino drizzarsi sulla testa, come ho costatato io stessa prima di un violento temporale.


L’orripilazione è dovuta ad un altro fenomeno. Essa si produce quando si prova una sensazione di grande paura o di orrore, quando il capello si drizza. Alla base del suo bulbo si trovano due filetti muscolari che si ritirano in questi casi.


L’imputrescibilità rappresenta, probabilmente, la qualità più strana del capello, che sorprende tutti quelli che scoprono dei capelli perfettamente conservati molto tempo dopo la morte del loro proprietario. Come accadde a Dante Gabriel Rossetti quando penetrò nella tomba di Elisabeth Siddal per recuperarvi i poemi d’amore che aveva sepolto con lei, e scoprì la sua capigliatura rossa intatta tra le ossa. Contrariamente agli altri corpi organici i capelli non si decompongono né marciscono. La scoperta delle mummie e della loro capigliatura ha confermato quest’osservazione. Al tempo della salvaguardia di quella di Ramses II si è potuto scoprire che egli era originariamente biondo-rossiccio, che utilizzava una colorazione capillare a base di henné & che la forma ellittica dei suoi capelli provava che era bianco. Sono state scoperte delle lunghe trecce bionde di una donna & di un bambino in tombe gallo-romane a Martres-de-Veyre (Puy-de-Dôme), che attestano la biondezza dei Galli.


La resistenza è la più paradossale delle proprietà del fusto capillare, che, pur essendo molto fine, può sopportare un peso di 100 grammi prima di rompersi. Moltiplicata per 200, la capigliatura può sollevare da 4 a 5 chili & in teoria una testa che ha in media 120000 capelli può sopportare una trazione di 10 tonnellate e, a questo livello di peso, è il cuoio capelluto a cedere. Gli acrobati, che si fanno sospendere per i capelli, sanno di esibirsi in sicurezza, come la coppia di giapponesi che si è sposata in aria, sospesa per i capelli.


La cheratina, sostanza fondamentale della sua struttura, rende il capello molto resistente. Questa proteina fibrosa costituisce la parte essenziale del fusto capillare. La sua complessità la rende capace di resistere alle aggressioni come frizioni, tensioni, flessioni, irradiazioni ultraviolette, prodotti chimici, calore. E’ impossibile schiacciare un capello, perfino con un martello.


Ho giocato spesso con questa resistenza, in particolare nelle opere intitolate ‘Tensione’ & nell’istallazione ‘D-tensione’ presentata a Bar le Duc nel 2009.



 

Partager cet article
Repost0
7 mai 2013 2 07 /05 /mai /2013 13:04

P : Pettine 

peignes chinois archaïsants en jade.     peigne chinois archaïsant en jade

 

I pettini furono creati, a partire da una struttura di base di denti, in una gamma di materiali molto diversi & presero varie forme. La loro funzione pratica o decorativa è talvolta accompagnata da una ricca allegoria, il cui linguaggio è complesso. In Giappone, la sua posizione sulla parte più alta dell’individuo ne fa un mezzo di comunicazione con le potenze soprannaturali. I suoi denti raffigurerebbero i raggi della luce celeste. Dovrebbe proteggere dalle forze malefiche, come illustrato dalla storia d’Izanagi¹, che rompe i denti del suo pettine per salvarsi dal demone che lo perseguita. In Cina, quando il pettine è fatto di giada, favorisce il contatto con il regno degli spiriti e ne facilita l’accesso ai defunti. Quest’oggetto, usato per la cura della capigliatura, è anche ciò che mantiene uniti i capelli e che materializza i componenti dell’individualità, come la forza, la nobiltà, l’innalzamento spirituale. 

          

 

peigne camerounais contemporain   2 peignes du sénégal & 1 peigne du cameroun.-copie-1  peigne camerounais contemporain de bafoussan


In Africa ogni pettine è latore di un messaggio spirituale e sociale, che testimonia l’ambiente nel quale è stato fabbricato & la condizione del suo proprietario. Come per i capelli, l’appropriazione da parte di un'altra persona può risultare nefasta, e la sua perdita è sentita negativamente. In maniera più approfondita: ‘la perdita del pettine’, per gli africani strappati alla loro terra natale, è all’origine dell’alienazione che comportò uno sguardo negativo sui loro capelli e che condusse alla pratica della stiratura².

La sistemazione dei capelli ha bisogno di ore, persino di giorni di pazienza, ma dimostra un’accortezza, la cui varietà di risultati è impressionante. Gli scultori africani hanno riprodotto quei modelli di pettinature. La mostra ‘Ornamenti di teste’ al museo Dapper ha testimoniato questa creatività capillare. Le statuette sono i rappresentanti privilegiati di un’arte in perpetuo mutamento. I pettini di legno, ornati di disegni pirografati, servono come pettine rado & talvolta come ornamento per gli uomini. La decorazione di questi oggetti, realizzati in legno leggero, richiama un repertorio in cui coabitano motivi astratti, figure umane & animali³. I pettini, con l’aggiunta di spille, si trasformano in veri e propri gioielli per i capelli, come ad esempio presso gli Ashanti del Ghana quando sono ricoperti da sottili foglie d’oro.

 

 

I pettini, risalenti all’era Natufiana (12500-9500 a.C.), sono i più antichi conosciuti. Essi avevano una doppia dentatura, erano fabbricati in osso, in avorio o in legno. Alcuni pettini in osso scandinavi sono datati 8000 a.C. Mentre oggetti in bronzo, con denti lunghi & dorso bombato coperti di ornamenti geometrici, servivano probabilmente alla decorazione dello chignon. Quelli scoperti nelle tombe dell’antico Egitto hanno 3500 anni. Lo stambecco inginocchiato è rappresentato frequentemente nella decorazione dei pettini egizi. Gli scavi delle sepolture greche & romane hanno consegnato oggetti destinati alla pettinatura, tra il materiale di toilette deposto di fianco ai defunti.


La mostra ‘Il Bagno e lo Specchio’, presentata insieme nel 2009 dal Musée de Cluny per il Medioevo e dal museo d’Ecouen per il Rinascimento, ha mostrato un pettine copto in avorio del IV secolo & uno in osso del V, e altri in avorio del XII secolo riccamente decorati, che comprendevano due file di denti, una più sottile & fitta dell’altra. La decorazione è incisa solitamente sulla parte centrale & sui montanti.

Durante il primo periodo del Medioevo, lo stile bizantino dominava nell’ornamento dei pettini. Costantinopoli ne era il principale centro di produzione. Nel XV secolo, i temi & i motti con cui sono decorati i pettini sono gli stessi degli specchi. Nel Rinascimento s’imponeva lo stile pagano.

Nel XVIII secolo ci si serviva di pettini di piombo per rendere i capelli color ardesia.

Questi pettini servivano ad acconciare ma anche ad eliminare i parassiti. Sembra che l’invenzione di questo strumento abbia, fin dall’inizio, coniugato i due utilizzi. Bellezza & Igiene vi si trovavano riunite. Questa doppia funzione ha continuato in occidente fino all’invenzione dei trattamenti contro i pidocchi, liberando il pettine da questo utilizzo.


In Cina i pettini in giada della dinastia degli Shang (1600-1050 a.C.), trovati nelle tombe, hanno solamente una fila di denti, il cui motivo di solito non è compiuto. Essi erano riservati agli aristocratici, non avevano un utilizzo pratico, quanto piuttosto una funzione da talismano. L’uso ornamentale, devoluto ai pettini in Asia, spiega la separazione delle funzioni e l’esistenza di pettini ad una sola fila di denti fin dai tempi più antichi.

Il pettine a denti sottili & fitti ha, tuttavia, conservato la sua funzione fino ai nostri giorni.

 

                                        peigne japonais meiji en laque dorée


¹ : Questa storia è estratta dal catalogo della mostra ‘Cina & Giappone a fior di testa’. La collezione Olliveaud-Touzinaud, le cui foto sono pubblicate grazie alla sua cortese autorizzazione, è visibile nel sito http://www.creative-museum.com.

²: La perdita di questo strumento, necessario alla cura e alla valorizzazione dei capelli crespi degli schiavi neri sradicati, ha comportato il loro deprezzamento da parte dei bianchi & da parte di loro stessi. ‘Pelle nera, capelli crespi. La storia di un’alienazione’ di Juliette Sméralda, Ed. Jasor. 

³: da vedere la mostra ‘Doppio ‘Io’ in africa’ sul sito http://www.creative-museum.com, che interroga i significati della rappresentazione antropomorfa duale, le cui variazioni estetiche sono numerose.


Il pettine è uno strumento indispensabile, anche se io preferisco l’uso della spazzola per districare i miei capelli e recuperarli, per poi lavorarli nelle opere.

Partager cet article
Repost0
6 mai 2013 1 06 /05 /mai /2013 09:54



P : Pelo

 

                                cheveux coupés


 

Il capello è una vera fibra naturale, è un pelo della testa e, come gli altri peli che ricoprono parzialmente il corpo degli esseri umani, è una produzione filiforme dell’epidermide.

Il pelo si forma sotto il derma e si sviluppa in zone concentriche dal follicolo peloso. Ognuna delle zone del follicolo ha un ruolo durante il rinnovamento, lo sviluppo & la senescenza del pelo o del capello.

Al centro della fibra si trova il midollo, poi la corteccia in cui si trovano i melanociti che trasmettono la melanina, che contiene il colore e che scompaiono con l’età. La matrice pilifera è costituita di cheratinociti, che si moltiplicano per mitosi successive. I cheratinociti si induriscono, formano il fusto capillare e poi muoiono. Un bulbo pilifero contiene un melanocita ogni trenta cheratinociti.

 

I peli, così come i capelli, sono pigmentati, crescono più o meno velocemente & si raddrizzano sotto l’influenza del freddo o di un’emozione, poiché il follicolo pilifero è collegato a un piccolo muscolo orripilatore & a una o più ghiandole sebacee. L’orripilazione è un riflesso che noi condividiamo con gli animali & che sarebbe una reminiscenza delle nostre origini preistoriche. Le funzioni dei peli sono multiple & diverse, ad esempio la protezione, la percezione, l’equilibrio, l’evaporazione, la diffusione, la captazione, l’assorbimento…

La loro funzione ancestrale protettiva si è conservata nella specie umana in alcune parti strategiche del corpo, è per questo che abbiamo dei peli sulla testa, nel naso & attorno agli occhi.


I peli pubici & quelli delle ascelle permettono di mantenere la temperatura del corpo & hanno un ruolo nella sessualità come indici ottici della maturità del corpo, visto che compaiono con la pubertà.

Se il pelo è una struttura caratteristica dei mammiferi, il capello è un appannaggio della specie umana. La capigliatura è una delle vestigia dell’evoluzione umana legata alla statura verticale & di conseguenza alla necessità di una protezione del cranio o è una reminiscenza delle criniere di certi animali? La domanda resta aperta, anche se Charles Le Brun ci ha consegnato la sua risposta nei ritratti che ha disegnato, che mettono in relazione l’uomo e il leone.

 

 

Queste fanere, Residuo della nostra mutazione & prova storica della nostra prossimità con l’animale, sono 100000-150000 per i capelli che sono nati da 5 milioni di follicoli peliferi distribuiti su tutto il corpo alla nascita. In seguito, le origini etniche, i mutamenti ormonali e l’eredità influiscono sul numero di peli di ogni individuo.

I capelli crescono da soli o in gruppi di due o tre nel cuoio capelluto. Il numero totale dipende anche dal diametro, dal colore & dall’età. La densità capillare (in media 200-300 capelli per centimetro quadrato) varia quindi da una persona all’altra & anche da una zona del cuoio capelluto all’altra.

Un capello cresce all’incirca di 0,3-0,5 millimetri al giorno, cioè di 1-1,5 centimetri al mese e questo porta la capigliatura intera a 1,2-1,8 km al mese & a 14,5-21 km all’anno.

 

Questi dati rivelano l’incredibile attività cellulare che agisce nel cuoio capelluto, cosa che rende il capello un pelo particolare, le cui qualità (da vedere l’articolo Qualità) mi hanno affascinata non appena l’ho utilizzato come materiale nella mia produzione artistica.

Partager cet article
Repost0

Présentation

  • : Le blog de Josiane Guitard-Leroux
  • : Artiste plasticienne, j'utilise mes cheveux comme matériau pour réaliser mes oeuvres. Je rédige un Abécéd'hair passionné.
  • Contact

Abécéd'hair Abc...

A : Absence/Arme

B : Bérénice/Brodrerie

C : Coiffures/Couleurs

D : Dentelles/Don

E : Expositions

F : Fil/Florilège 1,2

H : Haire/Henné

I : Iconographie 1,2,3/Indigeste

J : Japon

K : Kanak 1,2

L : Longueur

M : Mort

N : Noeuds

O : Outils/Ouvrages

P : Peigne 1,2,3/Poil

Q : Qualités/Questions

S : Sérendipité/Soie       

T : Trikho/Trois

V : Vente/Voile

Y : Yoruba 1,2,3