Overblog
Suivre ce blog Administration + Créer mon blog
4 mai 2013 6 04 /05 /mai /2013 12:23

O : Opere con i capelli

                                                     ouvrage en cheveux XIXème

Visitando una mostra del Museo della Vita Romantica a Parigi, ho scoperto l’importanza delle opere di capelli realizzate nel XIX secolo.

In una vetrina c’era uno di quei magnifici braccialetti di capelli intrecciati che furono molto di moda in quel periodo.

Mi sembrò affascinante che quel filo umano fosse lavorato come altre materie simili, tipo la seta o la lana, sprigionando una forte simbologia. Indossare un gioiello fatto di capelli significa avere contro la propria pelle una parte del corpo altrui. Con i medaglioni o le miniature si crea un legame commemorativo, affettivo o estetico che lega all’oggetto, ma rimane una distanza; mentre non c’è nessuno spazio tra l’anello & il dito, il braccialetto & il polso.

In questo caso il capello tocca, sfrega, sfiora. Vive ancora al contatto di colui o colei che lo porta. Si tratta di un corpo a corpo permanente, che testimonia l’ardore dei sentimenti.

                                        détail : fleurs en cheveux enroulés sur fil de métal

Il dono dei capelli, come pegno d’amore, rappresenta una pratica antica. In tutti i tempi essi furono i messaggeri dell’amore & l’emblema della fedeltà.

Ricordiamoci Berenice nel III secolo a.C. Nel XIII secolo ‘La signora di Fayel’ dona a Renaud di Coucy le sue trecce prima della sua partenza per la Terra Santa. Poco prima della morte, egli chiederà al suo scudiero di riportarle una lettera d’amore, una delle trecce e il suo stesso cuore.

Nel XVI secolo Agrippa d’Aubigné, durante un combattimento, vedendo che il fuoco stava attaccando il braccialetto fatto coi capelli della sua amante, lo spegnerà, rischiando la vita.

Commosso da questo atto, il suo avversario sospese l’attacco per il tempo necessario ad Agrippa a salvare l’oggetto per lui tanto prezioso.

Nel XVII secolo, il paggio innamorato di Tristan Lhermite riceve dalla sua bella inglese un braccialetto fatto con i capelli, che indossa continuamente. Jean de La Fontaine schernirà questa prassi nella ‘Gioconda’, in cui il marito distratto, ritornando a cercare il braccialetto tessuto da sua moglie, troverà quest’ultima a letto con il valletto. Le ragazze romantiche ricamano con i loro capelli delle opere, che ricoprono di motivi di fiori, di volute o di cifre.

Più vicino a noi, questo tema del fascino d’amore è ripreso da Clint Eastwood nel suo film ‘The Outlaw Josey Wales’. L’eroina intreccia con i suoi capelli biondi una catena di orologio per il fuorilegge di cui si è invaghita.

Anche i capelli conservati come una reliquia mortuaria risalgono ad una tradizione molto antica.

Alcuni capelli di Maria Maddalena, di quelli che avevano asciugato i piedi del Cristo, sono stati raccolti & deposti in un reliquario della chiesa del convento dei Giacobini a Saint Maximin. Essi si trovano nelle sepolture reali allo stesso modo del cuore, delle interiora o dello scheletro. Il Museo Carnavalet possiede una miniatura, che rappresenta il ritratto di Luigi XVI, fatta coi capelli della Regina Maria Antonietta, mentre il British Museum conserva un pendente che contiene un riccio dei suoi capelli. Napoleone, nel suo testamento dell’aprile 1821, chiede di far realizzare, dopo la sua morte, con i suoi capelli, degli anelli da lutto da suddividere tra l’imperatrice & i membri della sua famiglia.

                                           ouvrage en cheveux XIXème 

Il desiderio di conservare una traccia dell’essere defunto genera nel XIX secolo razionalista un’estrema tendenza feticista. La bigiotteria da lutto si sviluppa in Inghilterra, durante il regno della Regina Vittoria, prima di diffondersi in Francia. La moda, così scatenata, porta all’edizione di cataloghi di modelli & di lavori tecnici. Gli artisti & i disegnatori di capelli prosperano. Essi li tessono seguendo la tecnica della passamaneria, o li incollano su un supporto per comporre un quadro o per decorare degli oggetti. Questa forma d’arte continua fino alla prima guerra mondiale, per poi scomparire durante gli anni trenta.

Solo il parrucchiere Alexandre & il gioielliere Jean Vedôme continuano la tradizione.

Il primo realizzando delle opere a partire dai capelli delle personalità che avevano frequentato il suo salone, il secondo creando dei pezzi di oreficeria unici, che permettono di accogliere il capello dell’essere amato.

Se l’abitudine di tagliare & conservare una ciocca di capelli dei bambini esiste ancora ai nostri giorni, sembra che il dono tra adulti sia quasi scomparso.

In seguito a varie istallazioni, che ho fatto in diversi luoghi artistici, possiedo una collezione di parecchie centinaia di ciocche di capelli, che sono state, o scambiate con le mie, o regalate dai visitatori di quelle mostre. Da vedere La Trikhothèque.

Segnalo agli interessati, il libro di Andrée Chanlot intitolato ‘Le opere di capelli’ che mi ha informata su questo tema & che è illustrato con molte fotografie della sua collezione.

Una ricerca nel web mi ha fatto scoprire negli Stati Uniti un sito di artisti di capelli attivi e il museo di capelli di Leila Cohoon nel Missuri http://www.victorianhairartists.com

Partager cet article
Repost0
3 mai 2013 5 03 /05 /mai /2013 10:32

N : Nodi


                                        nœuds I : détail central


 

I nodi nei capelli non sono apprezzati, se non dalle ragazze civettuole quando li usano come ornamento nella capigliatura. I nodi si formano quando i capelli sono sciupati, hanno perso la loro morbidezza e la loro superficie è diventata più idrofila. Le cariche elettriche negative vi si accumulano e loro si aggrovigliano fino a creare dei nodi. Bisogna allora usare il balsamo per lisciare i capelli, oppure tagliarli se il caso è disperato.

Nel 2009 è comparsa la moda del nodo di capelli come pettinatura. Lady Gaga e altre celebrità l’hanno seguita, e questo nodo ha affiancato quello in tessuto che ornava in precedenza i capelli.


Fare dei nodi è un gesto ancestrale della vita quotidiana, che si ritrova sia nei giochi dei bambini sia nelle attività rituali & magiche¹ & in molti lavori. I nodi accompagnano la vita umana dall’artico all’Africa, da Tahiti al Giappone. Il primo è quello fatto al cordone ombelicale, l’ultimo a volte è quello della corda usata per impiccarsi. La bellezza di alcuni nodi è stupefacente, in particolare in Asia, dove essi decorano vestiti, accessori e ambienti. Il maggior numero di nodi è rappresentato nella lista dei nodi marinari.²


¹Virgilio nell’Eneide dice che si può attirare un amante facendo tre nodi su tre spaghi di diverso colore.

²Ashley nel Grande libro dei nodi ne mostra quasi 3900 disegni.


                                               nœud III

 

Annodare capelli è stato uno dei primi gesti che ho compiuto quando ho iniziato il mio lavoro con questo materiale. Per fare le catenine con l’uncinetto annodo i capelli gli uni agli altri. Per presentare in modo diverso i capelli durante le installazioni di ciocche, annodo 3, 6 o 9 capelli 1,3 o 6 volte. Quando raccolgo i miei capelli, li annodo assieme e poi cucio questi nodi su tele.

Partager cet article
Repost0
2 mai 2013 4 02 /05 /mai /2013 22:14

M : Mostre 


                                          Top.bmp

  

Ci sono state due mostre scientifiche dedicate ai capelli, dove ho trovato molte informazioni sulla vita del capello. Si trattava di mostre in cui il partenariato con l’Oréal non era discreto e in cui tutte le esperienze proposte erano largamente sponsorizzate.

Una mostra arti & cinema sul tema del colore delle capigliature è stata presentata di recente. Ne ho apprezzato l’istallazione di Alice Anderson che ricopriva la facciata della cinémathèque & il cui inizio era visibile all’interno della mostra, ma sfortunatamente era proibito fotografarlo.

Quella organizzata dalla Cité des sciences et de l’industrie: ‘Il capello si decodifica’ dal 12 giugno 2001 al 6 gennaio 2002 si divideva in cinque parti:

  1. Tra vita e materia: Un’esplorazione della vita, della struttura & delle proprietà fisiche del capello.

  2. La scienza del prodotto: I test ai quali la capigliatura è sottoposta per misurare l’efficacia dei prodotti destinati a proteggerla, preservarla, curarla o trasformarla…il partner era L’Oréal…perché io valgo…

  3. Il salone delle metamorfosi: Uno spazio per cambiare testa.

  4. I capelli nel mondo: Un’analisi della pettinatura nella varietà delle sue espressioni come le canzoni, i poemi, le immagini o le espressioni popolari.

  5. Gli oggetti del capello: L’emozione, la sorpresa o la nostalgia nei confronti degli accessori, degli ornamenti, dei gioielli, degli strumenti legati ai capelli.

Quella del Palais de la Découverte dal 14 ottobre 2011 al 26 agosto 2012 era una sorta di copia/incolla della prima.

"Il capello se la intende con la scienza’-Le cheveu de mèche avec la science"

                                                     RTEmagicC affiche expoCheveu2011 200x300                                                      



Accompagnano & contribuiscono all’aspetto di tutti, costituiscono un fenomeno tanto biologico quanto estetico, collegano straordinariamente l’intimo, il sociale & il culturale, i capelli, sia familiari che misteriosi, svelano i loro segreti & la loro ricchezza’.

 

Questa mostra, ludica & interattiva, presenta, dalla vita alla materia setacciate al microscopio fino alla scienza & alla ricerca più avanzate nello studio del capello, passando attraverso un panorama di mode & di culture, attraverso tutta una serie di dispositivi originali, il mondo pullulante che vive sulle nostre teste & risponde a tutte le domande che ci si pone sui propri capelli!

 

cinémathèque extérieur     cinémathèque extérieur détail


Dal 6 ottobre 2010 al 16 gennaio 2011, la Cinémathèque française ha presentato ‘BRUNA BIONDA’ una mostra arti & cinema da percorrersi in cinque tappe:

  1. Il mito: Nella pittura, nella fotografia & al cinema, la capigliatura fecondatrice dell’immaginario.

  2. Storia & geografia della capigliatura femminile: L’imperialismo della biondezza, di cui il cinema si è fatto portaparola nel XX secolo e il potenziarsi di nuovi modelli dai capelli neri, mostrano come i codici della bellezza capillare siano permeabili agli equilibri geopolitici. Al di là del colore, la lunghezza dei capelli acquisisce significato con il movimento di emancipazione delle donne.

  3. : Gestuale: Quella legata alla capigliatura femminile è rappresentata nella tradizione iconografica. Il cinema se ne impadronisce dal suo avvenimento & gli trasmette tempo & movimento. L’intimità che si prova è presente anche nelle fotografie di alcuni artisti.

  4. I grandi scenari: La rivalità tra brune & bionde è la più classica. Il travestimento & la metamorfosi sono i più sconvolgenti: la reliquia & il feticcio più ossessivi.

  5. : Capello-materia: Ornamento, maschera o feticcio, la capigliatura svolge vari ruoli come testimonia l’istallazione di Alice Anderson che ricopre parte della facciata della cinémathèque & che si protrae all’interno.

Partager cet article
Repost0
1 mai 2013 3 01 /05 /mai /2013 22:40

M : Morte

 

Il capello ha uno stretto legame con la morte. Esso testimonia, tagliato & conservato, l’identità della persona di là della sua scomparsa. Da vedere l’articolo sulle opere fatte con i capelli.

Durante le cerimonie di lutto, capelli & barba vengono spesso tagliati in segno di disperazione, di penitenza o d’umiltà. Fin dall’antichità & a ogni latitudine, questi riti hanno accompagnato le cerimonie funebri.

In Egitto la pena veniva espressa coprendosi i capelli di fango, e con il taglio della barba da parte degli uomini.

Achille sacrifica la sua capigliatura & la getta tra le fiamme che consumano il corpo del suo amico Patroclo. Anche Alessandro lo farà alla morte di Efestione & ordinerà il taglio delle criniere di tutti i suoi cavalli.


A Delo gli abitanti si rasavano la testa & il lutto finiva solamente nel momento della ricrescita completa dei capelli. Le vedove greche gettavano le loro ciocche sulle pire funebri dei loro sposi. Queste pratiche continuarono a Roma, mentre gli abitanti del regno di Funan, nella Cambogia, facevano lo stesso nel V secolo.

La rasatura del cranio accompagna il lutto anche ai giorni nostri in molte parti del mondo. Presso i Lobi del Ghana & del Burkina Faso l’intera famiglia del defunto si rasa in segno di lamento & al fine di far fuggire gli spiriti negativi della morte. Nelle isole Trobriand la vedova si rasava & tesseva i suoi capelli con quelli del marito per farne una gorgiera& una collana assai sofisticate, che doveva portare per un certo tempo.

Certi popoli invece conservano i capelli del defunto, intrecciandoli con i propri o portandoli come un amuleto, come i Papua della Nuova Guinea.



 

                                        coiffe 1

Le cuffie isicolo Zulu erano create solo da donne sposate che usavano i loro stessi capelli, che mescolavano con fibre di lana o di cotone & fissavano su di un telaio in vimini. L’insieme era lubrificato di grasso e d’un pigmento minerale rosso e doveva essere portato durante tutta la durata del matrimonio. Alla morte dello sposo, la donna non portava più la cuffia. Il punto nero al centro contraddistingueva la condizione sociale della sposa e la sua vicinanza o meno al capo del villaggio. Più il punto era grande più la sposa aveva uno status importante.


Il popoloMosso, nel Tibet, mostra il lutto non lavandosi i capelli per 49 giorni & in Calabria, come in Albania, le vedove esprimono il dolore con dei nastri neri aggiunti alle pettinature. Nelle Isole Mauritius, quando una madre perde un figlio, gli taglia i capelli & ne fa una treccia che porta come collana con tanti nodi quante notti ha passato a piangerlo.

Nei riti funerari dell’Islam si raccomandare di lavare tre volte i capelli del defunto, poi di pettinarli & per le donne di acconciarli in tre trecce ripiegate all’indietro.


In Giappone il cimitero-tempio Okuno-in, nel complesso monastico di Koya-san, conserva le ceneri di moltissimi buddisti poiché essi sperano di rinascere alla vita nel momento del ritorno del Buddha Miroku tra i vivi. Coloro che non hanno potuto seppellirvi le ceneri, hanno messo al loro posto una ciocca di capelli.



Partager cet article
Repost0
30 avril 2013 2 30 /04 /avril /2013 11:39

 

M : Merletto 



                                            abri

 

Il mio interesse per il merletto sta aumentando. L’anno scorso ho visitato la mostra ‘Merletti nel giardino’ al museo delle Belle Arti e del Merletto di Alençon. Ho seguito con attenzione le diverse fasi della realizzazione di questo pizzo, presentato & spiegato da una merlettaia professionista.

Quest’anno sono andata al Conservatorio del merletto a Bayeux, per vedere la fabbricazione del pizzo a tombolo & ad ago.


Il merletto vide la luce nel XVI secolo nella regione di Venezia. Si tratta di un pizzo ad ago, quello che nel 1445 portava il nome di punto aria, punto in aria. Il termine dentelleapparve nel 1545, nell’inventario della dote della sorella di Francesco I.

Talvolta, per fare dei pizzi, sono stati utilizzati i capelli.

Eccone un esempio: un collo a punto Venezia, ordinato da un inglese & che il giovane re Luigi XIV portò alla sua incoronazione. Il lavoro durò due anni & costò 250 monete d’oro.

Il re chiese poi a Colbert di far arrivare delle merlettaie veneziane nel suo regno per insegnare la loro arte. Così, verso il 1660, fu creato il ‘punto di Francia’ che divenne il ‘punto d’Alençon’, dopo aver ottenuto da Colbert un privilegio di Manifattura Reale.

Si esegue con un filo di lino molto fino & con un ago su una pergamena & su una carta telata, che portanola copia del disegno da riprodurre, e su un fondo a maglia o a rete bouclé, con dei punti fantasia & dei ‘ricami’ in crine di cavallo, ricoperto di punti stretti. Questo merletto, soprannominato la regina dei merletti, è il più costoso. Fu in voga fino all’inizio del XX secolo e poi declinò a causa dello sviluppo del merletto meccanico. Questo merletto è stato iscritto nella lista rappresentativa del patrimonio culturale non materiale dell’umanità dall’Unesco il 16/11/2010.1

 

                                           L'avenir se tisse avec le présent

 

Il merletto di Bayeux si fa con dei fuselli & dei fili di seta & di lino. E’ arrivato alla fine del XVII secolo con le suore della provvidenza, & si è sviluppato nel XVIII secolo grazie alla creazione di nuove manifatture.

Il merletto a tombolo sostituì quello con gli aghi alla fine del XVIII secolo e si impose poi nel XIX secolo fino al suo declino nel 1950. Era realizzato da delle operaie a domicilio (15 000 nel 1830) alle quali le levatrici portavano gli ordini di ‘Chantilly’, pezze di seta nera, o di ‘blonde de Caen’, in seta grezza.

 

 

                                                          Mailles

 

 

Nella regione di Caen, a Fontenay-le-Marmion, le merlettaie a domicilio compievano, fino al 1957, dei fondi di parrucche in pizzo a tombolo con dei capelli. ‘Si servivano di capelli biondi, bianchi o grigi molto lunghi. Il lavoro implicava un cartone di forma ovale, perforato, con buchi distanziati un millimetro. In questi buchi la merlettaia piantava le spille dopo aver incrociato i capelli. Il cartone era nero o annerito con della tintura affinché i capelli chiari si potessero vedere più facilmente. Per rendere l’orlodel merletto più solido, sul fusello erano arrotolati due capelli. Il punto usato era molto semplice, visto che si trattava di una base‘Tulle’. E questo lavoro, così fine, così difficile (i capelli erano elastici, bisognava tirarli un po’ per sistemare gli incroci, ma non troppo per non attorcigliare il lavoro), serviva solo per fare montature di parrucche vendute alle manifatture di Parigi!...Usando come materiale un capello, il merletto non procedeva velocemente, le merlettaie più rapide facevano tre centimetri quadrati all’ora’.2 Testimonianza di una merlettaia di Puy en Velay.


Oggi il Conservatorio del merletto di Bayeux, sotto la direzione di Mylène Salvador-Ros, è in contatto con artiste come Annette Messager, Ghada Amer e Maria Hahnenkamp per le quali realizza delle opere. Le mostre ‘Meticciati’, che si svolgono dal 1998 in Francia e nel mondo, testimoniano questo legame tra artisti e maestri d’arte.3

 

1 : Museo delle Belle Arti e del Merletto di Alençon : http://museedentelle-alencon.fr/

2 : Centro di Insegnamento del Merletto al Tombolo: http://ladentelledupuy.com

3 : Conservatorio del Merletto di Bayeux : http://dentelledebayeux.free.fr/



Partager cet article
Repost0
29 avril 2013 1 29 /04 /avril /2013 11:26

 

I : Iconografia scelta

 

Ho scelto, in maniera soggettiva, nell’insieme delle rappresentazioni iconografiche femminili, queste immagini in cui la capigliatura femminile svolge la funzione principale.


Marie -madeleine d'Ecouis    Maria Maddalena d'Ecouis 


La prima è quella della statua in pietra calcarea della collegiale Notre-Dame d’Ecouis, che risale al primo quarto del XIV secolo e che rappresenta

 Maria Maddalena detta l’Egiziaca. Maria è avvolta nella sua lunga chioma, che ricade in cascata fino ai piedi. Sono visibili solo il viso, il collo & le mani giunte. Tutto il resto del corpo è nascosto dalla spessa massa ondeggiante dei capelli. Questa rappresentazione, di un pudore estremo, indica la sua condizione di anacoreta. Simbolo della rinuncia al corpo, la figura di Maria Maddalena fu valorizzata nel Medioevo.

 

Rosselli Marie-madeleine   Maria Maddalena  Cosimo Rosselli

 


La seconda immagine è un superbo ritratto del XV secolo, attribuito a Cosimo Rosselli, che appartiene al museo di belle arti di Lille e che si inserisce in questa discendenza. Maria Maddalena è semplicemente vestita della sua capigliatura abbondante che, questa volta, arriva, sotto le ginocchia. Tiene tra le mani una pisside circolare con un coperchio dorato, indice della sua condizione precedente. Il viso, smagrito, è leggermente girato verso il basso, anche gli occhi sono abbassati. I piedi, dai talloni uniti, e dalle punte scostate, non sono appoggiati su nulla, lo spazio è suggerito solamente da un fondo nudo, in sfumato grigio. Tutto testimonia la scelta di vita ascetica. I capelli mascherano il corpo, accentuando l’espressione del viso della santa. Anche in questo caso, i capelli velano un corpo femminile, di cui non si deve vedere la bellezza.

 

Donatello      Maria Maddalena di Donatello    



La terza immagine è Maria Maddalena o Maddalena penitente di Donatello, scultura in legno policromo del 1453-1454, del museo dell’Opera del Duomo a Firenze. La scelta del pioppo bianco, per la realizzazione di questa scultura, testimonia la volontà di Donatello, allora di una sessantina d’anni, di offrirsi la maniera di compiere un’opera molto singolare. La santa è rappresentata dimagrita, con il viso scheletrico e i lunghi capelli ispidi la avvolgono quasi del tutto. Le braccia nude si uniscono nella punta delle dita. Le ciocche sembrano appiccicose, incollate ai muscoli & ai tendini visibili sotto la pelle di questo corpo scarno.

Il restauro del 1972 rivelò la presenza di stoppa e di fili d’oro nei capelli, mostrando come l’artista avesse desiderato dimostrare le devastazioni della penitenza & della vecchiaia su un corpo dotato un tempo di ogni beltà.

Dall’alto del suo metro e ottantotto, con il viso inclinato e gli occhi che scompaiono nell’ombra delle orbite, lei si offre allo sguardo degli spettatori in un’immagine prossima alla morte. Quest’opera, molto espressiva, porta al parossismo la rappresentazione di una donna che ha scelto di sacrificare la bellezza.

 

Gregor Erhart    Maria Maddalena  d’Erhart Grégor .

 


Ed infine la Maria Maddalenad’Erhart Grégor, scultura policroma in tiglio del 1510, esposta nel museo del Louvre. Quest’opera mostra una santa nuda, i cui capelli ricoprono la schiena. Una lunga ciocca dispiega le sue ondulazioni dalla spalla destra a metà delle cosce, nascondendo il basso ventre, ma non una parte del seno destro e tutta la metà sinistra del corpo. Le mani sono giunte, il viso è inclinato verso il suolo. Il Rinascimento si annuncia, il corpo nudo ridiventa visibile, anche in un luogo di culto. Questa statua, a grandezza naturale, era in effetti sospesa alla volta di una chiesa. La posa languida era destinata a sottolinearne l’estasi mistica, mentre la purezza dei tratti e la bellezza della capigliatura dovevano mostrare la sua santità. Si abbandona l’austerità al fine di offrire un’immagine che il nostro occhio contemporaneo ritiene sensuale. Tuttavia, questo non c’entra con l’intenzione di glorificare Maria Maddalena di quest’artista nordico della fine del Medioevo.

 

Immagini Wikipedia (Tétraktys, Saiko) RMN.

Partager cet article
Repost0
28 avril 2013 7 28 /04 /avril /2013 11:14

                                                       Accroche-temps détail rouge

H : Henné

 

L’henné è un arbusto della famiglia delle Litracee, è chiamato anche Troenne d’Egitto.

Originario di una regione che va dal sud dell’Iran al Belucistan, si sarebbe spostato fin dall’Antichità nel nord dell’India, nell’Egitto e poi nel Maghreb & nella Mauritania, dove fu apprezzato per le sue proprietà aromatiche e per le sue possibili applicazioni nel campo della tintoria. Anche la farmacopea ne fece uso. Ibn-el Beïthar lo testimonia nel suo ‘Trattato dei semplici’ nel XIII secolo.

L’uso dell’henné nelle cerimonie matrimoniali, dal Marocco all’Indonesia, rappresenta un rituale.

Pur essendo legato all’islamizzazione di queste regioni, dei testi assiri dell’VIII secolo a.C. descrivono già gli stessi preparativi.



In Mauritania si racconta che quest’albero, che cresce in Paradiso, è innanzitutto spuntato per la figlia del Profeta che creò per prima, dalla sua tintura rossa, un ornamento per i capelli.

La virtù principale dell’henné è quella di creare un baluardo tra il corpo che ne è rivestito & gli elementi esteriori quali i demoni, il malocchio o le malattie. E’ per questo motivo che il corpo dei neonati ne è ricoperto per una giornata & che la madre del piccolo circonciso intreccia i suoi capelli unti d’henné & li lega con una fascia.

Le cure terapeutiche sono praticate da entrambi i sessi, mentre solo le donne usano l’henné come elemento di bellezza & di protezione contro le forze malefiche; si tingono di henné i palmi delle mani e le piante dei piedi e l’henné le protegge per tutta la vita.

Se ne servono in molte cure di bellezza della pelle, che esso nutre se associato al burro liquido, allo zafferano, all’indaco, al frutto del gonakier.



L’henné è importante anche nel gioco della seduzione come ornamento disegnato sulle mani & sui piedi durante molte festività. Questi disegni sono alquanto raffinati e rispondono ad una codificazione. I motivi si ottengono seguendo la tecnica della ‘riservatezza’.

L’henné è una delle fonti d’ispirazione della poesia amorosa. Si interpreta, grazie ai suoi seducenti tratti rossi, come l’insegna della donna.

 

 

                                                    vibration II

E’ proprio per le sue qualità curative che ho iniziato a mettere dell’henné sui miei capelli neri, che inizialmente non hanno cambiato colore. Tuttavia l’utilizzo regolare & prolungato che ne ho fatto, assieme alla progressione della depigmentazione, hanno dato come risultato un colore sempre più rosso.

Fin da quando ho cominciato a creare opere con i miei capelli, ho giocato con

questi due colori, il nero & il rosso.





Partager cet article
Repost0
27 avril 2013 6 27 /04 /avril /2013 11:30

Haire1999    haire2006

H : Haire

"Haire" è il titolo di un’opera di Sophie Lecomte. Si tratta di un vestito fatto con i capelli dell’artista. Sophie ha agganciato al vestito, dal 1999, le sue ciocche, conservate dalla madre fin dalla sua infanzia. Con il passare degli anni & con i tagli successivi, ne ha aggiunte altre, dall’alto verso il basso. Attualmente il vestito è lungo circa 110 centimetri.

Partager cet article
Repost0
26 avril 2013 5 26 /04 /avril /2013 11:59

Jeunes filles à Harajuku

 

G : Giappone 


 

Il capello giapponese è grosso, regolare, a sezione rotonda, generalmente diritto & piantato perpendicolarmente sulla parte superiore della testa. E’ di un colore nero, che cambia solo da qualche anno, essendo stato più a lungo refrattario alla colorazione di altri tipi di capelli; infatti è sufficiente passeggiare oggi a Tokyo per cogliere la tavolozza di colori della capigliatura delle giovani giapponesi, & nel quartiere di Harajuku per vederne la varietà formale. Le loro pettinature stravaganti, simbolo del mondo contemporaneo, sono il contrappunto a quelle delle geishe che continuano l’immagine del Giappone tradizionale.

 

Jeunes à Harajuku


 

Le donne giapponesi hanno sempre portato i capelli lunghi; si pensi, ad esempio, a quelli particolarmente impressionanti delle dame della corte del XVI secolo, che si trascinavano sul suolo, galleggiando sui kimono.

Utamaro ha dipinto centinaia di ritratti di donne di ogni età & di ogni stato, che svelano la sofisticatezza & la codifica delle pettinature del XVIII secolo. Le architetture delle pettinature delle geishe avevano bisogno di ore di manipolazione. In ‘Memorie di una geisha’ la narratrice Yuki Inoue racconta: ‘Poi Kinu fu mandata dalla parrucchiera ‘annodatrice di capelli’. La preparazioneminuziosa & laboriosa della pettinatura le sembra richiedere il doppio del tempo normale. Nel suo chignon shimada (coda di cavallo molto bassa mollemente sollevata dietro l’occipite & mantenuta da pettini in modo da formare una seconda coda di cavallo), la donna appuntò all’altezza delle orecchie una spilla con una parure di corallo.

Questo brano racconta la preparazione della maiko (apprendista geisha) alla deflorazione o mizu-age, che ne segnerà il cambio di condizione. Durante questa cerimonia, altamente simbolica, il suo ciuffo viene ‘tagliato’. Lei cambia pettinatura & abiti, diventando geisha; abbandona la momowareo wareshimomo, pettinatura detta a ‘pesca tagliata’ o chignon diviso in due, nel mezzo del quale appare una stoffa di seta rossa, per la marumage o l’ofuku, chignon ornato di pettini & di spille chiamate kanzashi. Questi ornamenti delle pettinature sono di grande bellezza.

 

Mariée à Miyajima


 

La collezione Olliveaud-Touzinaud, esposta nella mostra ‘Cina & Giappone a fior di testa’ nel 2005, rivelò che la ricchezza artistica & culturale si estendeva anche a quest’ambito. La testa è sacra & il suo ornamento è il segno dei personaggi collegati alle potenze celesti. La ‘consacrazione’ è il momento in cui si pone la corona sulla testa di chi così diventa re.

Le culture antiche hanno quasi sempre associato i poteri occulti attribuiti ai capelli agli oggetti che li hanno toccati. Fin dalla preistoria era frequente la sepoltura dei defunti con i loro pettini. Gli esemplari antichi di pettini ritrovati, che risalgono al periodo Jōmon (10 000 al 6500 a.C.), erano in osso o in bambù, già laccati di rosso, & i loro lunghi denti fissavano i capelli degli uomini & delle donne in un chignon sulla cima del cranio.



Il mio interesse per il Giappone è antico, risale a quando, da giovane, praticai il karate stile Shotokan & mi informai sulla cultura dello stato da cui esso proveniva. Questa cultura mi ha subito intrigata & sedotta e ho potuto incontrarla realmente nel 2005, all’epoca del mio primo soggiorno nel paese del Sol levante. L’arte, la letteratura, il cinema, le religioni e i riti rappresentano delle fonti di riflessione & di creazione, che hanno arricchito la mia personalità & la mia espressione artistica. Faccio, naturalmente, ricerche su tutto ciò che è in relazione con i capelli.

Partager cet article
Repost0
25 avril 2013 4 25 /04 /avril /2013 09:53

Q : Domande?

 

I capelli sono saliti alla ribalta mediatica grazie alla mostra che si tiene nel museo di quai Branly.

Molte domande trovano una risposta nel catalogo e nelle emissioni che sono loro dedicate.

 

Di che colore erano i capelli degli Dei dell’antichità?

 

Eccetto Zeus & i suoi fratelli Ade & Poseidone che hanno i capelli scuri, i loro figli sono biondi. Questo caratterizza la loro gioventù, da cui l’espressione ‘teste bionde’, ma anche la loro immortalità in quello stato di vigore & di seduzione che i capelli d’oro simboleggiano. Il cliché di un pantheon mediterraneo divino bruno si offusca a vantaggio di un’immagine della biondezza che condizionerà di moltola moda dei capelli di tutto il mondo greco-romano antico.

 

Perché così tante costrizioni religiose riguardano la capigliatura?

 

Lo scopo di queste costrizioni è quello di differenziare le religioni tra di loro & di fronte a quelle che esse desiderano rimpiazzare. Ogni religione del Libro, quando è apparsa, ha fatto in modo di distinguersi grazie a delle pratiche specifiche riguardanti i capelli. Gli ebrei nei confronti degli egiziani, i cristiani degli ebrei, i musulmani nei confronti di entrambi. Da notare che gli sikh hanno agito nello stesso modo in India, smarcandosi in modo radicale dalle religioni precedenti, indossando un turbante annodato in maniera particolare secondo le età della vita & che nasconde capelli che è proibito tagliare. Buddha, dal canto suo, si era rasato la testa per diversificarsi dai brahmani quando decise di fondare il buddhismo. In seguito, in seno ad ogni religione se si producono delle scissioni, i gruppi che restano scelgono una forma di capigliatura che li distinguerà, come i greci ortodossi, che conservano barba e capelli lunghi in chignon.

 

Qual è il legame capillare tra gli indù e gli ebrei?

 

Le donne indiane che donano i capelli alle divinità induiste si trovano collegate a quelle ebree ortodosse che non possono mostrare i capelli se non nella sfera privata. Per obbedire a questa rigida regola, esse devono coprirsi per uscire di casa, o con un foulard o con una parrucca. Sembra che adesso molte donne ebree preferiscano la parrucca, più attraente del foulard. Tuttavia, l’acquisto di quest’ultima pone un problema, perché essa deve essere kosher, ossia confezionata con capelli che non sono stati comprati in templi dove le donne indiane li hanno sacrificati. Ecco come le religioni (etimologicamente ‘ciò che lega’) allacciano dei legami improbabili tra donne, grazie a dei capelli immagazzinati.

 

Come creare una rete sociale con i capelli?

 

Ognuno intrattiene fin dalla nascita delle relazioni sociali & ha l’obbligo di mantenerle e/o di crearne altre durante tutta la sua vita, pena la ‘sparizione’. Ogni soggetto è legato alla sua famiglia, biologica o adottiva. Nel corso dell’esistenza questi legami continuano o si rompono, altri si tessono, creando una rete la cui dimensione varia & evolve col tempo.

Un tempo materializzati in rubriche, ora essi sono liste di contatti mail o di amici nei social networks. Questo capitale relazionale è indispensabile & la sua fruttificazione è continuamente messa in opera. La sua perdita è vissuta come una ‘morte’ sociale che può portare a quella fisica dell’individuo.

Per tessere questi legami necessari, un gruppo aborigeno, del deserto centrale australiano, gli Aranda, si serve della circolazione di capelli. Questi scambi evidenziano lo statuto particolare del capello nei confronti del resto del corpo. Imputrescibile, esso può circolare tra i membri del gruppo, come elemento associato ad una persona, rappresentandola. I capelli tagliati sono donati, poi tessuti in cinture che serviranno durante i vari rituali compiuti al momento della nascita, dell’accoppiamento o della morte.

 

 



Partager cet article
Repost0

Présentation

  • : Le blog de Josiane Guitard-Leroux
  • : Artiste plasticienne, j'utilise mes cheveux comme matériau pour réaliser mes oeuvres. Je rédige un Abécéd'hair passionné.
  • Contact

Abécéd'hair Abc...

A : Absence/Arme

B : Bérénice/Brodrerie

C : Coiffures/Couleurs

D : Dentelles/Don

E : Expositions

F : Fil/Florilège 1,2

H : Haire/Henné

I : Iconographie 1,2,3/Indigeste

J : Japon

K : Kanak 1,2

L : Longueur

M : Mort

N : Noeuds

O : Outils/Ouvrages

P : Peigne 1,2,3/Poil

Q : Qualités/Questions

S : Sérendipité/Soie       

T : Trikho/Trois

V : Vente/Voile

Y : Yoruba 1,2,3